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Teca VI.3 Poeti latini del Rinascimento: Flaminio, Bembo, Navagerio, Castiglione e Cotta

Carmina quinque illustrium poetarum […] additis nonnullis M. Antonii Flaminii libellis nunquam antea impressis, Florentiae, apud Laurentium Torrentinum, 1552. 

B.L. F.MAR. 16.07 CARM

L’autore di quest’opera, Marco Antonio Flaminio (1498-1550), è stato un filosofo e letterato nativo di Serravalle (ora Vittorio Veneto). Questo volume consta di due parti. Nella prima (accresciuta delle sue poesie d’omaggio rispetto alla prima edizione del 1548) sono raccolti versi di poesia neo-latina del Rinascimento, scritti da Pietro Bembo, Andrea Navagerio, Baldassarre Castiglione e Giovanni Francesco Cotta. La seconda parte, interamente dedicata alla produzione del Flaminio, contiene la Paraphrasis in triginta psalmos (1538), esempio della ricezione anti-luterana italiana di Erasmo da Rotterdam, e il Carminum sacrorum libellus (1552), contenente versi latini d’ispirazione amorosa e mitologica.


I Carmina di Baldassarre Castiglione (1478-1529) sono ventitré componimenti superstiti in lingua latina. costituiti da un’egloga, intitolata Alcon, dedicata in morte dell’amico Domizio Falcone e basata su metri e tematiche estratte dalle Bucoliche e dalle Georgiche virgiliane, in un poemetto dal titolo Cleopatra, in elegie e in epigrammi.


Si espone il frontespizio dei Carmina di Marco Antonio Flaminio (1498-1550), esempio di poesia religiosa cinquecentesca. I componimenti, traduzione in vesti umanistiche del genere innodico, sono caratterizzati dall’impianto classico di stile oraziano e dall’intreccio di temi e di fonti, Il liber, in apparenza monolitico, permette di indagare l’esperienza religiosa, solitaria e comunitaria del loro autore.