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IV. “L’Umanesimo della parola”

Poliziano e l’umanesimo della parola è il titolo di un celebre saggio (1983) di Vittore Branca, che metteva in luce il contributo essenziale dato dall’Ambrogini alla forma e alla sostanza delle parole, attraverso la sua attività di filologo e di poeta, connubio perfetto tra rigore e creatività.

Ed è un viaggio intorno alle parole – e alle mani che le tracciano – quello sollecitato dalle Teche VI e VII, che riuniscono libri antichi e moderni. A partire dal facsimile della Centuria secunda dei Miscellanea polizianei, incompiuta, conservata nel solo codice autografo oggi alla fondazione Cini, qui riprodotto (VI 1), e dall’edizione Lionese dei suoi Omnia opera (1537), qui testimoniata da un volume che raccoglie due dei tre tomi in cui uscì (VI 2), contenente le traduzioni dal greco (fra cui Erodiano e Epitteto) e gli scritti eruditi dell’Ambrogini.

Condividono con lui il banco, edizioni di alcuni degli autori più celebri del Rinascimento: gli Asolani di Pietro Bembo (VI 3), una raccolta in volgare di poesie d’amore, fondamentale per il dibattito sulla lingua italiana; una raccolta di poesie latine del Cinquecento, composte fra l’altro dallo stesso Bembo, Baldassarre Castiglione, Marcantonio Flaminio, Andrea Navagerio, Giovanni Francesco Cotta (VI 4).

E se è vero che l’umanesimo della parola si compie con Poliziano, non c’è dubbio che il punto di partenza del processo sia Francesco Petrarca. Qui si espone l’edizione facsimile del famoso ‘Codice degli abbozzi’, il ms. Vat. lat. 3196, dove il poeta appuntò le forme primordiali di molti componimenti del Canzoniere e dei Trionfi, testi volgari che egli chiosava però in latino (VII 1).

Pietro Bembo, Gli Asolani, Venezia, Comin da Trino, 1540. B.L. F.MAR. 8.04 BEMB. 

Angelo Poliziano, Miscellaneorum centuria secunda, edizione critica per cura di Vittore Branca e Manlio Pastore Stocchi, vol. II. Facsimile dell’autografo, Firenze, Fratelli Alinari-Istituto di edizioni artistiche, 1972. LETT.UM. FOLIO 6 (2) 

Angelo Poliziano, Opera, alter tomus […] et tertius, Lugduni, apud Sebastianum Gryphium, 1537. B. L. F. MAR. 8.45 POLI 

Edith Bruck, Versi vissuti: poesie (1975-1990), a cura di Michela Meschini, Macerata, Eum, 2018. LE. IT. ABRUC. T2 (Ter.)

Fëdor Michajlovič Dostoevskij, Sobranie sočinenij, 2 voll., Moskva, Goslitizdat, 1956. RUSSO 134.1 2

E a prendere per mano Petrarca, c’è Edith Bruck, che ha un legame speciale con l’Ateneo di Macerata (che l’ha laureata honoris causa), e che per l’occasione di questa mostra ha autografato e regalato alla nostra Biblioteca una sua raccolta di poesie, rendendo tale copia un unicum (VII 2).

Come per l’Umanesimo, anche per Edith Bruck, testimone della Shoah, la letteratura è stata una via per ritrovare la dignità di essere umano, che il buio della mente e dello spirito, in un frangente atroce della nostra storia, le aveva sottratto.

Una sequenza di autografi, attraverso mezzo millennio, che racconta la comune proiezione dell’uomo di ogni tempo verso «la libertà, una nuova vita, la resurrezione dei morti…», come scrive Fëdor Dostoevskij, la cui firma campeggia sulla copertina dell’edizione qui esposta (VII 3).

Edith Bruck, Versi vissuti: poesie (1975-1990), a cura di Michela Meschini, Macerata, Eum, 2018. LE. IT. ABRUC. T2 (Ter.) 

Il codice Vaticano lat. 3196, autografo del Petrarca, a cura di Manfredi Porena, Roma, G. Bardi, 1941. LETT.UM. FOLIO 12 

Carmina quinque illustrium poetarum […] additis nonnullis M. Antonii Flaminii libellis nunquam antea impressis, Florentiae, apud Laurentium Torrentinum, 1552. B. L. F. MAR. 16.07 CARM