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Teca VIII.2 Charles Baudelaire, Le fleurs du mal

Charles Baudelaire, Les fleurs du mal, Paris, Poulet-Malassis et De Broise, 1857.

FRAN. A. BAUD. T.5

Opera diamante dell’Ottocento, la raccolta poetica Les Fleurs du mal è l’incipit di ogni avanguardia europea. Pubblicata il 25 giugno 1857, dopo sole due settimane subì una denuncia da parte della direzione della Sicurezza pubblica francese per oltraggio alla morale pubblica e religiosa in quanto i temi trattati erano motivo di scandalo.

Nelle pagine di Charles Baudelaire si mescolano elementi contrastanti: le atmosfere surreali, il linguaggio aulico e intensamente mistico, un modernismo che ancora non si è spogliato della poesia romantica, pur garantendo uno scenario sinistro. Grazie a quest’opera, l’autore meritò a pieno titolo l’epiteto di “poeta maledetto”. Chiuso in sé stesso, egli affronta temi metafisici, esotici e teologici con freddo rigore formale, esterna una visione del mondo come luogo di sofferenza e sceglie di abbandonarsi ai piaceri lascivi della carne.


Au lecteur è la prima lirica che si incontra ne Le Fleur du mal, è il ponte che collega il poeta al lettore e dà il la ad un intenso dialogo.

Baudelaire vuole dimostrare la cruda realtà della condizione umana: l’uomo deve aggrapparsi a finzioni e convenzioni per poter boccheggiare.