II. Geografie terrene e divine: tutte le strade portano ad/un libro
Come tutti gli itinerari, anche questo prende avvio da uno ‘spazio’, quello ampio e universale della Geografia (terrena o divina, reale o immaginata), disciplina chiave per la compenetrazione di saperi e competenze umanistiche e scientifiche, che essa da sempre ha unito.
A definirne i contorni contribuiscono le splendide raccolte cartografiche riunite nei preziosi volumi della Nuova raccolta Colombiana (Teca I, 1-2) pubblicati in occasione del V centenario della scoperta dell’America (1992); i viaggi alla ricerca di reperti antichi che possano definire la fisionomia di civiltà perdute (Teca II 2 Bulletin de correspondance hellénique), o quelli nell’universo confuso delle fonti epigrafiche, riordinate e riorientate nel 1682 da Thomas Rheinesius (Teca II 1); ma anche lo sforzo commovente di un intellettuale islandese del XIII secolo, Snorri Sturluson, che nell’Edda si adoperò per spiegare le sottigliezze della poetica norrena attraverso la ricognizione dei miti vichinghi (Teca II 3).
Tante e tante volte il viaggio si è fatto lettura e letteratura. È successo per la riscoperta degli autori greci, che l’Umanesimo determinò nel XV secolo, grazie a quanti portarono libri nuovi dall’Oriente all’Occidente, sollecitandone la traduzione, come quella integrale di Platone fatta da Marsilio Ficino su richiesta di Cosimo de’ Medici nella seconda metà del 1400 (Teca IV 1), fondamentale per lo sviluppo del pensiero filosofico moderno. Succede regolarmente con la poesia, che si alimenta di intarsi e di tradizioni in cui il presente dialoga sempre con il passato: i poemi di John Milton (Teca V 5), ad esempio, pullulano di reminiscenze petrarchesche.
Ma per compiere il tragitto servono bussole di orientamento: le bibliografie, le enciclopedie e le storiografie linguistiche e letterarie lo sono per i grandi viaggi della ricerca, nei vari territori in cui essa si può addentrare. Ecco qua due volumi della Indische Bibliothek (Teche IV 2 e V 3), fondata da August Wilhelm von Schlegel, protagonista del dibattito sul Romanticismo e punto di riferimento per gli studi sul sanscrito; il Repertoire bibliographique de la philosophie, poi proseguito con il titolo International philosophical bibliography (Teca V 1 e 2); l’Enciclopedia virgiliana, autentico monumento della Treccani, qui aperta alla voce Dante del primo volume (Teca IV 3); la Geschichte der Sprachwissenschaft und orientalischen Philologie in Deutschland del filologo Theodor Benfey, con importanti riflessioni sulle lingue slave (Teca IV 4).